domenica 18 maggio 2008

Sarebbe anche l'ora

Perentorio ed inatteso invito di Benedetto XVI rivolto ai giovani Genovesi: di fronte alle "sfide del mondo: materialismo, relativismo, laicismo", "senza mai cedere a compromessi", "[dobbiamo(?)/dovete(?) essere] disposti a pagare di persona pur di rimanere fedeli al Signore e alla sua Chiesa". Ecco, diglielo, sai. Sarebbe proprio l'ora che iniziaste a pagare di persona gli immani costi del carrozzone, invece di farli ricadere sulla fiscalita' generale, e quindi sulle tasche di ogni cittadino italiano, inclusi quelli che non vi si filano di pezza (e gradirebbero analogo disinteressa reciproco), con la truffa dell'otto per mille, con l'aggravante del cinque per mille, con il giochino osceno degli oneri di urbanizzazione, con le esenzioni da ici, ires, irpef, iva, e via a discorrere, il tutto per un costo stimato annuo di almeno 4400 milioni di euro (ossia, circa 8500 miliardi di lire, una manovra fiscale con cadenza annuale - dove per manovra si intende il razzolamento nelle tasche degli italiani, ovviamente). Ironia della sorte, un tale invito viene nel giorno in cui si presenta l'ultima fatica di Curzio Maltese, "la questua", una documentatissima inchiesta che, giustamente sostiene Ezio Mauro, in ogni paese civile verrebbe riproposta periodicamente, con l'aggiornamento delle cifre, mentre in Italia queste cifre, che pure sono pubbliche e pubblicate, vanno ricercate con il lanternino, perche' non arrivano non dico alla prima pagina dei giornali, ma neppure alla ventesima. E figuriamoci in televisione. In Italia il fatto che quasi novemila miliardi di lire se ne vadano, ogni anno, in direzione dei vertici della chiesa, non e' una notizia, evidentemente. Sono convinto che diventerebbe notizia anche il semplice dimagrimento di un tale fiume di denaro pubblico. Gli italiani non arrivano alla quarta settimana. I preti ci arrivano benissimo. E non si straccano neppure tanto.